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      Che son appunto gli affranchiti, i quali poi diedero il nome alla nazione de' franchi, come si è detto, nel libro precedente, al Bodino.
      In cotal guisa ritornarono i feudi, uscendo dalla lor eterna sorgiva additata nelle Degnità, dove indicammo i benefizi che si possono sperare in civil natura; onde i feudi, con tutta propietà ed eleganza latina, da' feudisti eruditi si dicono «beneficia»; ch'è quello ch'osserva, ma senza farne uso, Ottomano: che i vincitori tenevano per sé i campi colti delle conquiste e davano a' poveri vinti i campi incolti per sostentarvisi. E sì ritornarono i feudi del primo mondo che nel secondo libro si son truovati, rincominciando però (come dovett'essere per natura, quale sopra abbiam ragionato) da feudi rustici personali, che truovammo essere state dapprima le clientele di Romolo, delle quali osservammo nelle Degnità essere stato sparso tutto l'antico mondo de' popoli. Le quali clientele eroiche, nello splendore della romana libertà popolare, passarono in quel costume col qual i plebei con le toghe si portavano la mattina a far la corte a' grandi signori, e davano loro il titolo degli antichi eroi: «Ave, rex», gli menavano nel fòro e gli rimenavano la sera in casa; e i signori (conforme gli antichi eroi furon detti «pastori de' popoli») davano loro la cena.
      Tai vassalli personali devon essere stati appo gli antichi romani i primi «vades», che poi restarono così detti i rei obbligati nella persona di seguir i lor attori in giudizio: la qual obbligazione dicesi «vadimonium». I quali vades, per le nostre Origini della lingua latina, debbon esser derivati dal retto «vas», che da' greci fu detto bás e da' barbari «was», onde fu poi «wassus» e finalmente «vassallus». Della quale spezie di vassalli abbondano oggi tuttavia i regni del più freddo Settentrione, che ritengono ancor troppo della barbarie, e sopra tutti quel di Polonia, ove si dicono «kmetos», e son una spezie di schiavi, de' quali que' palatini sogliono giuocarsi l'intiere famiglie, le quali debbono passare a servir ad altri nuovi padroni; che debbon essere gl'incatenati per gli orecchi, che, con catene d'oro poetico (cioè del frumento) che gli escono di bocca, gli si mena, dove vuol, dietro l'Ercole gallico.


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Principj di scienza nuova
di Giambattista Vico
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