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      Povero Oriente come ti vestono da Arlecchino! Fra poco cercheranno di sostituire le tue eleganti palme con dei tozzi gelsi, i tuoi variopinti costumi con delle tube e dei frak, e spargeranno di belletto le abbronzite guance dei tuoi figli, per renderti una brutta copia della decrepita Europa. Ma come il tuo sole impavido non teme che questo fantasma di civiltà possa far velo all'ardore dei suoi raggi, tu, stattene fermo e non permettere che i vizii che porta seco abbiano a corrompere la più bella delle tue doti, quella che per te è legge sacra, l'ospitalità.
      Fummo da un amico invitati a fare la conoscenza di Ziber pacha, che in quel momento più che mai attirava l'attenzione della politica e dei curiosi in Egitto. È questi nativo del Darfur dove sempre visse. Uomo di intelligenza non comune e di spiriti belligeri, seppe col senno e colle armi conquistare tutta quanta quell'estesa provincia, che poi mediante trattati sottomise al Governo egiziano, ritirandosi lui in Cairo ove ebbe cortesie, onori, e titolo di pacha. Ora per ragioni di politica e di amministrazione tutto quanto quel paese si mise in rivolta, e capo dell'insurrezione è Suleiman, il figlio di Ziber pacha. Questi stesso ci raccontò tutta la storia che in pochi termini ci venne tradotta. Non capivo la sua lingua, ma dal modo con cui si esprimeva, accompagnando spesso la narrazione con gesti, traspariva l'interesse che vi prendeva e lo spirito che lo dominava, e i suoi occhi benchè incastrati nell'orbita di un semi-selvaggio si gonfiarono di lagrime quando raccontando dell'attuale guerra dei suoi compaesani colle truppe di Gordon pacha, disse che se fosse ucciso suo figlio, lui pure morrebbe di dolore.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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