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      Siamo affidati ad una vecchia carcassa, il Zaga-zig, vapore egiziano che conta parecchi lustri di esistenza, senza aver mai visto un chiodo od una penellata di vernice che venissero a supplire quello che il tempo ha corroso; le cabine sono così sucide e puzzolenti che non è a pensare a starci, per cui portati i nostri effetti sopra coperta, vi stendemmo i nostri pleads e vi stabilimmo il nostro primo accampamento. La mattina del 12 usciamo felicemente dalle secche, poi pieghiamo a sud, sempre a poca distanza dalla costa africana che appare continuamente arida e montagnosa. Tutti a bordo sono arabi, tranne i macchinisti; gli ufficiali sono logori, cenciosi e scalzi; lascio pensare come sia la ciurma; abbiamo poi a bordo una dozzina di soldati turchi che per punizione sono mandati alle guarnigioni del Mar Rosso; venendo da Costantinopoli fecero una sommossa a bordo e tentarono ammazzare il comandante; tre rimasero uccisi e gli altri, facce da forca, furono disarmati, e perfettamente liberi sono ora nostri compagni di viaggio; quando videro salire a bordo le pesanti cassette coi nostri talleri, le loro fisonomie tradirono le loro speranze e forse i loro intendimenti, e prevennero noi di dormire vegliando. A bordo di questi vapori non si pensa neppure alla mensa dei passeggeri, per cui portammo le nostre provvigioni e cominciammo così a mettere alla prova le nostre abilità culinarie, o meglio la forza di resistenza dei rispettivi stomachi.
      Il secondo giorno incontriamo parecchi scogli a superficie piatta e di poco sporgenti dal livello delle acque.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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