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      Nella prima camera il Tagliabue aveva disegnato a carbone un medaglione con un immaginario re Giovanni, riconoscibile dall'iscrizione, che diede origine ai primi atti di stupore, che furono poi innumerevoli, quando sollevate le cortine si presentò la gran scena della sala del banchetto. L'arte culinaria del nostro compagno fu molto lodata, e i fatti constatarono che lo fu sinceramente e non per puro complimento: i vini d'Italia trovati squisiti, talchè il pranzo fu molto allegro e i brindisi assai numerosi. Era certo la prima volta che in Massaua si trovavano tanti Italiani riuniti, e la festa era tale che fece a parecchi dimenticare i bicchieri già vuotati, cui aggiunta la proprietà del Sassella e dell'Inferno di scaldare le orecchie e paralizzare le gambe, si ebbe una chiusura molto chiassosa e non scevra di incidenti abbastanza comici. Il servizio fu fatto piuttosto regolarmente alternando noi con un po' di disinvoltura la parte dell'anfitrione con quella del cameriere, non senza ritirare qualche volta un piatto sporco da destra per rimetterlo a sinistra, se non ve ne erano pronti di ricambio. In complesso gli invitati furono contenti e noi nella nostra modestia abbastanza soddisfatti, tanto più che, la mattina dopo, parecchi avevano le idee piuttosto confuse e una ricordanza un po' svanita di quanto avvenne da metà pranzo in avanti.
      Dopo qualche ora di sonno, con Ferrari partimmo in filaka per portarci ad una partita di caccia ad Arkiko, grosso villaggio lungo la spiaggia a mezzogiorno di Massaua.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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