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      Ingrossata così la carovana, giriamo l'altura su cui è il forte, e scendiamo a raggiungere in pochi minuti il letto del torrente Ansaba, che ci sarà guida fino al passaggio della catena ove ha origine. Attraversiamo dapprima qualche terreno coltivato a dura e tabacco, poi per lunga pezza proseguiamo attraverso pascoli popolati da capre e da buoi. Durante le prime tre ore ricalchiamo le orme impresse nell'oscurità completa arrivando, ed ora siamo sorpresi dalla bellezza del paesaggio che attraversiamo. Alberi giganteschi, gruppi pittoreschi quanto mai, piante secolari dalla forma squarciata abbracciate ad altre di diverso verde e di diversa natura, fiori e frutti pendenti, liane che si arrampicano, scendono a terra a succhiarne gli umori, poi risalgono a bevere l'aria più pura e più fresca, enormi fusti troncati dal vento o dal fulmine, tronchi rovesciati che sbarrano il passaggio; cespugli d'ogni sorta, aloe, grassule, erbe e fiori che fanno un vero mosaico del suolo; e tutto questo animato dallo svolazzare di mille augeletti e dal fuggire al nostro avanzare d'ogni sorta di selvaggina. Tutti eravamo compresi dalla bellezza e dalla immensità di questa scena, e la carovana maestosamente procedeva di quel passo lento, ma imponente, che è proprio del camello. Ognuno di noi godeva, e quasi temeva recar guasto lasciandosi trasportare ad una esclamazione o comunicando al compagno le proprie impressioni, per cui regnava sovrano il silenzio, ciò che dava ancora miglior tinta al quadro.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





Ansaba