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      Martedì 25. Partiti alle sette e mezzo, dopo un'ora passiamo il villaggio di Adii-hualala, meschino come gli altri tutti. Qualche lieve altura, poi avanziamo al centro di un altipiano in cui va sempre più diminuendo il carattere di sterilità, e vi si vedono sparsi grossi ficus dealbata.
      Dietro noi si svolge un estesissimo panorama di tutto il paese che abbiamo attraversato. Giunti ad un certo punto ci troviamo quasi per sorpresa al limitare di un precipizio: siamo sull'estremo spigolo dell'altipiano, che finisce con una vasta parete semicircolare e quasi verticale di colonne basaltiche: ai due lati le due braccia si protendono per finire pure a scaglioni perpendicolari e rinserrare una specie di anfiteatro che sta sotto i nostri piedi: al fondo vediamo del verde, dei gruppi di grossi alberi, all'orizzonte si svolge un vastissimo panorama che finisce colle vette acuminate dei monti di Adua e di Axum. Per un malagevole sentiero discendiamo a piedi fra i crepacci e i gradini dei prismi basaltici: passato questo periodo prettamente roccioso, andiamo ancora qualche poco discendendo su terreno misto vegetale e roccioso, in cui ben poco alligna tranne qualche acacia, finchè ci troviamo perfettamente al fondo del ciclopico anfiteatro.
      La vegetazione vi è abbondante: incontriamo ossa umane e teschi in quantità, e questo ne indica che ci avviciniamo al campo di battaglia di Guda-Guddi, dove or fanno tre anni fu completamente distrutto il corpo egiziano comandato da Ratif-bey, che tentò invadere l'Abissinia con poco più di quattro mila uomini.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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