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      In questo spazio di tempo appunto ras Adal aveva consegnato, incatenato, ras Desta a Gobusié. La guerra, che in questi paesi si riduce ad una o due battaglie laddove le due armate marciando una contro l'altra si incontrano, si portò nelle alture fra Adua e Axum e la vittoria fu a re Giovanni, quantunque questi si dice non avesse che 12,000 uomini e l'altro fosse forte di un'armata di circa 60,000. Gobusié e ras Desta caddero prigionieri e il primo fu pure ferito. Torna qui a proposito ripetere un episodio che qualifica il carattere fiero di questo popolo; re Giovanni, che era cognato a Gobusié, avendo riguardo anche alle sue ferite, volle trattarlo generosamente, lo fece raccogliere sul campo di battaglia e ricoverare con ogni cura in un tenda vicina alla sua, dove spesso andava a trovarlo. In una di queste visite, Gobusié gli disse: tu pretendi essere re d'Abissinia, ma dovresti prima di vantare tanto, studiare la storia dei tuoi avi ed arricchirti tanto da poter fare quello che hanno sempre fatto i veri sovrani del nostro paese. Re Giovanni non sapeva comprendere la stranezza di questo linguaggio, e Gobusié soggiunse; sappi che in Etiopia si usò sempre incatenare i re prigionieri con catene d'oro; ma tu l'ignori o non sei abbastanza ricco per farlo.
      Kassa si trovò punto da questa osservazione, mandò subito una grossa catena di ferro da Naretti, che allora era da poco arrivato in paese e vi si trovava ancora coi compagni artefici, pregandolo trovar modo di renderla come fosse argento.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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