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      Avanti la chiesa è una lunga gradinata, larga sessanta metri, che aggiunge imponenza a questo edificio che in mezzo a tante abitazioni e templi in paglia figura già come gigante. Sortendo dal primo recinto in direzione ovest si trova una massa di rovine, e fra queste ancora perfettamente riconoscibili le sedie dei giudici che la tradizione vuole sedessero a pubblico tribunale rappresentando le dieci tribù d'Israele. Sono basamenti in pietra che sopportano massicci sedili pure in granito, nei quali restano le tracce delle incisioni dove si assicuravano il dorsale e i bracciali che dovevano forse essere in metallo o ricoperti da ricche stoffe.
      Altri avanzi si trovano in diversi altri punti della città: resti di grosse muraglie: grossi dadi in pietra, disposti in linea retta, che mostrano l'esistenza di un edificio di qualche importanza, e perfettamente all'estremo sud una gradinata di sei gradini, lunga una quindicina di metri. Resti parlanti della antica civiltà sono due lapidi, o meglio frammenti di lapidi, delle quali una in caratteri greci rimonta al 330 della nostra era e narra i fasti di un imperatore Aizana.
      L'elevazione di Axum mi risulta di 2170 metri circa.
      Un altro obelisco caduto e spezzato ci fu mostrato presso alcune abitazioni: è il più grande, parmi, e misurato a metà dell'altezza circa, mi diede metri 3.50 x 2.05: la lastra che doveva fargli piattaforma sul davanti è metri 6 x 17.20.
      Passati un paio di giorni a visitare questi interessanti avanzi ed a cavarne qualche schizzo che ce ne possa ricordare le linee principali, riprendiamo la via del ritorno per Adua.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





Israele Aizana Axum Adua