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      Credono alla Trinità riconoscendo in Cristo una sola natura, perchè pretendono che la divina ha assorbito l'umana. Il loro culto d'adozione è quello della Vergine che come madre di Cristo ha, secondo loro, maggiori titoli alla venerazione dei fedeli. Osservano il culto delle immagini. Hanno due quaresime, una di quaranta giorni che precede la Pasqua, e una di dieciotto durante l'Advento: entrambe si osservano scrupolosamente, facendo un solo pasto ogni ventiquattro ore e dopo il tramonto: la carne, il latte, le uova sono proibiti in questo epoche, e si tollerano solo i legumi. Nessuna concessione è fatta, neppure, per malati e moribondi.
     
      [vedi figura]
     
      Per speciali divozioni, il re può far proclamare altri digiuni. Le funzioni religiose hanno luogo generalmente la notte, e nelle feste speciali con gran pompa. La popolazione è molto religiosa in apparenza, ma mi pare assai poco nella sostanza, come pure sono fieri d'esser cristiani, ma in realtà lo sono di nome più che di fatto. I preti devono saper leggere, è un lusso se sanno scrivere, e dando un piccolo esame davanti al vescovo od a chi ne fa le veci, vengono investiti del sacro ordine: nelle chiese insegnano poi a leggere e commentare le sacre scritture a dei ragazzi che a loro volta diventano i successori. È loro concesso di ammogliarsi, ma in caso di vedovanza non possono passare a seconde nozze.
      Per vivere è loro destinato un tributo sui terreni appartenenti al villaggio cui sono addetti, e ricevono offerte private.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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