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      La razza abissinese è bella, il tipo lanciato, snello, elegante. La tinta varia dall'olivastro al marrone, più chiara verso la costa e sempre più cupa nelle province dell'interno. L'uomo è piuttosto alto, non secco nè pingue, ma muscoloso, raramente ha barba, l'occhio vivo, i denti bellissimi, il naso spesso leggermente aquilino, sempre, come le labbra, regolare. Le donne hanno tutte le belle qualità dell'uomo, aggiungendovi che la bellezza delle forme e la semplicità del costume le rende assai provocanti: mani e piedi piccolissimi e bellissime attaccature. Anche nel maschio è spesso ammirabile la piccolezza della mano e del piede e la finezza delle dita e dei tratti in generale. La moralità è molto al basso, chè la ragazza gode di piena libertà, e chi vuol prender moglie la sceglie generalmente fra quelle che hanno consumati i primi anni della loro bellezza, facendone mercato nelle città della costa, dove le belle etiopi sono molto cercate e rinomate, e hanno raggranellato così un piccolo gruzzolo di talleri. È poi costume nel paese, che il padre prima di sposare la figlia, se bella, ne vende al maggior offerente il primo fiore.
      In fatto d'agricoltura credo che il suolo abissinese sarebbe capace di qualunque produzione, se il popolo non fosse indifferente a tutto quello che è non strettamente necessario per vivere, il grano, e non stimasse un avvilimento il coltivare la terra. La temperatura quasi costante, il suolo fertile e poco meno che vergine, i diversi gradi di elevazione, non chiederebbero che pochissimo lavoro per ridurre tutto quanto il paese un vero giardino: non trovate invece assolutamente mai un frutto nè un legume, tranne i pochi che crescono allo stato selvaggio.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284