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      Voi siete buoni cristiani, ci disse, e il vostro popolo è grande e potente, ma la via di Gerusalemme a noi è chiusa dai Turchi. Anche noi siamo cristiani, e perchè dunque non pensate a difenderci e aprirci quella via sacra? Ci fece servire il tecc, poi volle assolutamente che accettassimo un piccolo banchetto e un bue fu sgozzato in nostro onore fuori dalla capanna. Ci risparmiò la carne cruda, sapendo che non è la cosa più gradita da noi, ma ci fece servire grossi pezzi di bue, nei quali si fanno delle incisioni trasversali piuttosto profonde, poi si abbrustoliscono sulle bragie. Il sapore è molto gustoso e il solo inconveniente è la cenere e qualche pezzetto di carbone che di quando in quando capitano come intingolo.
      Noi stavamo seduti in circolo attorno un paniere con pane e berberia, e i servi allungando le braccia sopra le nostre teste tenevano sospesi al centro questi roast-beef di nuovo genere, dai quali ognuno andava staccando le proprie porzioni con un coltello. Altri servi intanto preparavano dei piccoli pezzi che ci venivano ad offrire con delle mani che Dio sa da quando non videro acqua e cosa toccarono nel frattempo, e Naretti ci assicura che il rifiutare è una vera offesa.
      La sera intanto s'era avvicinata e il tucul non brillava per troppa luce, che chi ne spandeva di molto fioca era uno stoppino infitto in una pallottola di grasso conservata in un avanzo di vaso. In complesso la scena era alquanto originale; e più che un banchetto da sacerdote lo avrei detto un festino da falsi monetarii.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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