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      Abbiamo grandi divarii di temperatura: di giorno sole cocente e di notte assolutamente freddo.
      Giovedì 1.° maggio. Prima di giorno si suona la sveglia e così per le sei il bagaglio è partito e noi ci incamminiamo in coda a lui. Ci eleviamo passando di altura in altura dove la vegetazione non è gigantesca ma abbondante. Ulivi, euforbie, ficus predominano, poi molti cespugli ed arbusti fra cui eleganti gelsomini che coi loro fiori profumano l'atmosfera. In alcuni punti la via è molto erta e ingombra da pietre e rami che la attraversano. È un continuo muover di gambe e inchinarsi per non rompersi le ginocchia o lasciare un occhio infilato a qualche spino. Giunti all'estremo di un breve altipiano ci si presenta sotto una vastissima pianura che raggiungiamo, costeggiando le alture che da est ad ovest la circondano, e vi facciamo l'incontro di una grossa carovana che dalla provincia di Wolkait porta in Adua seme di cusso, cotone e scemma fatti, avvolti in stuoie o in pelli da bue. Alle otto passiamo il piccolo villaggio di Bellés che prende o dà il nome alla pianura nella quale sorge. Proseguiamo in direzione sud-ovest, scendiamo e risaliamo una fenditura ad uso crepaccio da ghiacciaio, nel fondo della quale scorre un torrente, e verso mezzogiorno troviamo ferma la carovana all'estremità opposta della pianura, rimpetto al villaggio di Addo-Anfito, a 2000 metri di elevazione. A sud la pianura si protende fino all'orizzonte frastagliato delle acuminate vette del Semien.
      Il capo del villaggio dove accampammo ieri venne a farci mille scuse per non averci dato il pane e una vacca, e ci offre in compenso sei talleri.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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