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      Martedì 13 ci rechiamo a visitare la chiesa, interessante perchè sorge entro una costruzione antica portoghese, rettangolare, merlata, con torri agli angoli, aperture ad arco ed internamente divisa in specie di corridoi a volta. Il tutto però in rovina e credo che fra non molto si ridurrà ad un mucchio di avanzi e nulla più.
      Alla partenza siamo circondati da tutte le vecchie megere del villaggio che piangono e strillano, pregandoci lasciare la vacca che ieri sera ci hanno offerto e che per loro è preziosa; ma Naretti impassibile non cede, malgrado i nostri suggerimenti, e il magro animale segue la carovana bastonato ad ogni passo da un servo. Proseguiamo verso ovest, poi giriamo a sud-ovest; ritorna il carattere delle alture abissinesi a profilo orizzontale e scendenti a scaglioni simili a fortificazioni; poca vegetazione, pascoli meno verdeggianti e poche acacie. In un immenso bacino, sui pendii delle alture che lo determinano sono sparsi parecchi villaggi, e al centro sorge un'altura isolata, quasi un cono tronco. Al vertice scorgiamo un insolito movimento, molte persone incontriamo per via, molti gruppi troviamo fermi sotto le acacie ombrellifere, artisticamente disposti con donne accovacciate, buricchi carichi coi soliti involti di pelle, cavalli originalmente bardati, servi con fucili e lance e scudi.
      È il mercato settimanale che si tiene qui sopra, come punto centrale ai villaggi del bacino nel quale ci troviamo. Attraversiamo il mercato che non ha che sale, pelli, bestiame, qualche tessuto del paese, e ai piedi del versante opposto dell'altura troviamo fatto il nostro accampamento.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





Naretti