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      Abbiamo compagni dei venti di nord-est che ci risparmiano le piogge che da lontano si vede tentano di avanzare. La notte e la mattina molto freddo e molta umidità. Proseguiamo il giorno appresso volgendo a sud, su di un lungo altipiano fatto a lingua, dalle posizioni più alte del quale si scorgono ad est le profonde vallate che vanno al gruppo del Semien, e ad ovest le posizioni del Gondar e delle vaste pianure che dietro questo si distendono, e dopo cinque ore di tappa ci fermiamo a Mariamoaha (acqua di Maria) a 2720 metri, in posizione assai romantica e isolata. Una massa di aquile e di avoltoi piombano attorno al campo e fendono l'atmosfera colle loro lunghe e ardite spire sopra le nostre teste; un'enorme aquila dal becco arcuato e dalle gigantesche zanne, uccisa con un colpo di fucile, misura da un estremo all'altro delle ali, poco meno di tre metri.
      Il venerdì si continua sullo stesso altipiano che va restringendosi fino a diventare un vero dorso di mulo, finchè ci si presenta, quasi a tagliarci la via, un'altura dal ciglio orizzontale, sulla quale ci troviamo a 2900 metri, e ci si presenta ad ovest il Gondar steso su un colle, alla vetta del quale si distinguono degli edificii rettangolari, le rovine dei palazzi portoghesi; e a sud-ovest una striscia biancastra, luccicante pel sole che vi riflette i suoi raggi, ci indica il lago Tzana. Ecco due punti che formavano buona parte delle mie aspirazioni, e che già posso distinguere coll'occhio mio. A rivederci fra poco più davvicino, e intanto proseguiamo per assistere all'altro spettacolo, il ricevimento e l'accampamento del re dei re, l'imperatore d'Etiopia.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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