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      Le donne sono cariche dei loro bambini che portano sospesi sul dorso con pelli ricamate con conchiglie, e di panieri e zucche; nei primi portano gli avanzi del pane fatto la mattina o il giorno innanzi, nelle seconde, burro, berberia, acqua ed ogni altra cosa. Le lavorano bene, adattandovi un coperchio e maniglie di liste di pelle; sostituiscono insomma quello che da noi si fa con vetro, terra cotta, metallo o porcellana. Le piccole, tagliate a metà servono inoltre da bicchiere. Credo che proprio da questo frutto si sono sperimentati tutti gli usi possibili e immaginabili.
      Oggi incontrammo pure una carovana che veniva dal Goggiam con caffè. I carichi erano portati in parte da boricchi e in parte da giovani alte, nere, seminude, dal tipo schiacciato. Sono schiave sciangalla, per modo che arrivati in Adua si fanno le due vendite, del caffè e di chi lo ha portato...
      Lunedì 19: in direzione sud-ovest andiamo discendendo per una bella vallata, larga, verde, in alcuni punti fitta di ricca vegetazione, e raggiunto il vasto piano in cui va a spegnersi, giriamo dolcemente a sud, per proseguire su d'un piano inclinato sparso di acacie, fra cui alcune gommifere, e grossi ficus.
      Passiamo un torrente che ai tempi dell'Abissinia fiorente, pare scorresse impetuoso, perchè i Portoghesi vi costrussero un ponte di cinque arcate, e alle tre circa ci fermiamo ad Amoraghedé, a poche ore dal campo reale. Dove raggiungemmo la pianura, avevamo 1950 metri di elevazione, e dove abbiamo stabilito l'accampamento, siamo risaliti a 2120 circa.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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