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      Il momento sublime è imminente e l'emozione prende una gran parte alla freddezza che sarebbe necessaria, quando per osservare si vorrebbe essere tutt'occhi e tutt'orecchi. Usciti da questo secondo tucul, a pochi passi se ne presenta un terzo in cui siamo immediatamente ammessi; piccolino, ma di una eleganza originale; il suolo coperto da tappeti d'Europa: sopra un divano fra cuscini di seta, accovacciato all'abissinese, avvolto nel suo scemma, che con una mano rialza fino a coprirsi metà del viso, il capo scoperto e divisi i capelli in cinque larghe trecce, sta il grande re dei re. Su un cuscino il revolver, appeso alla parete, dietro lui, il suo fucile e il suo scudo di guerra ornato di placche d'argento. Entriamo, facciamo un inchino, ci stende la mano che ognuno stringe, poi ci disponiamo in semi-circolo avanti al reale angareb.
      Per mezzo di ras Alula, suo grande amico, domandò della nostra salute, del nostro viaggio, e dopo poche parole ci licenziò invitando Naretti ad un'udienza per l'indomani, offrendoci ancora la mano. Mi parve avesse l'aria preoccupata, fisonomia sofferente, parlava a bassa voce, una freddezza glaciale; la mano, solo offerse, ma non strinse la nostra, ed era scarna e gelida.
      Usciti da qui ci fecero girare la cinta, finchè confinante con questa, dal lato di levante, trovammo uno steccato nel quale entrammo; era il recinto a noi destinato; grande onore e prova di fiducia, perchè proprio confinante coi reali palagi. Vi troviamo un gran tucul ed uno in costruzione, che gli ordini non erano stati ancora completamente eseguiti, per cui riservando la capanna ai Naretti, vennero subito a piantare una gran tenda che ci venne destinata; nientemeno che la tenda particolare del re quando sta in campagna; è assai vasta, ma semplice, di stoffa di cotone bianco del paese, fatta a fettucce e sostenuta da un palo al centro e molte corde alla periferia.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





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