Pagina (212/284)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Abbiamo già una massa di queste bestie che da noi rappresenterebbero un capitale. La razione fissata per noi dal re, consiste ogni giorno in due o tre vacche, 300 pani, tre vasi di tecc, tre di miele, di burro, di berberia, trenta candeline, pelli piene di farina, di grano, di biade per le mule, fieno, fasci di legna. E tutto questo portato da una sequela di miserabili schiavi maschi e femmine, che lavorano pel servizio del re e del suo seguito e ricevono nutrimento e qualche cencio di quando in quando per coprirsi.
      Sono poco meno che nudi e i pochi panni che li coprono sucidi e cenciosi da far ribrezzo, nerissimi, perchè provenienti dai paesi gallas, e forse fatti schiavi da questi all'interno, e generalmente scarni e avviliti. In Abissinia non è permessa la schiavitù, ma sono tollerati gli schiavi; questi, ad esempio, sono regalati dai vassalli dello Scioa e del Goggiam; il re li tiene come servi che attendono ai più bassi mestieri e non sono ammessi in sua presenza. Questa lunga fila di miserabili che con passo grave entrano portando ognuno sulla testa il proprio fardello coperto da panno rosso, lo depongono al suolo, e, mentre il loro capo fa la consegna, stanno avidi aspettando il pane che ad ognuno di loro si regala, formano uno di quei quadri, imponenti quando riprodotti sulle scene di certi teatri, e che qui ha la grandezza e la vita della realtà. Grandi chiacchiere faccio con Maderakal, il dragomano del re, suo segretario e sedicentesi ministro degli affari esteri. Quando Lefévre viaggiava l'Abissinia, Ubie che allora era re gli diede questo giovane per guida, e gli permise poi di portarselo in Europa, dove visse parecchi anni in Francia e in Inghilterra.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





Abissinia Scioa Goggiam Maderakal Lefévre Abissinia Ubie Europa Francia Inghilterra