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      Belli i cavalli, belli i cavalieri, belle le manovre, pittoreschi quanto mai questi scemma elegantemente gittati sulle spalle e che svolazzano correndo, questi scudi ornati da placche d'argento, queste camicie o manti di distinzione in seta a colori diversi e vivaci, queste bardature ornate con pelli, stoffe o metalli, questi collari a fettucce scendenti in pelle di leone, di leopardo o d'altro, a seconda del grado di distinzione, queste teste brune e ardite, cui aggiunge ancora maggior tipo la pettinatura propria ai guerrieri. Un misto di selvaggio, d'orientale e di medioevale, qualcosa che ricorda la descrizione della sfida di Barletta e il quadro che ad illustrazione ne fece lo stesso d'Azeglio. Scene grandiose che volendole descrivere portano confusione, ma che lasciano un'impressione indelebile.
      Alla partenza fu pure fantastico il seguito del re di centinaia di cavalieri e di migliaia di soldati che confusamente lo seguivano galoppando, correndo, gridando. Salutammo S. M. che gentilmente ci rispose portando la mano al fronte.
      Le distinzioni concesse dal re ai suoi soldati per fatti militari, consistono in collari con lunghe fettucce scendenti, oppure larghe strisce che si portano unite allo scudo, in pelli d'animali diversi, e dalla qualità di queste dipende il grado di distinzione. Così primo è il leopardo nero, riservato alle teste coronate, poi il leone, il leopardo comune, la capra bianca o nera.
      I giorni passano presto e interessanti, chè girando l'accampamento, ad ogni passo si entra a far visita a qualche grande o capo religioso o militare, e sempre vi sono quadri nuovi, sempre nuovi costumi ad osservare.


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Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





Barletta Azeglio