Pagina (228/284)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Copertane la parte ammalata, dopo un paio d'ore mi cessano i dolori, posso riposare la notte, e in poco tempo il taglio da me fatto si č di molto allargato e due nuove aperture laterali si sono formate. Il povero dito č spaventoso, rassomiglia un cavolfiore, ma io sento sollievo, non penso tanto all'avvenire, e mi par rinascere per ora a nuova vita.
      Per qualche giorno proseguiamo a piccole tappe, per non stancarmi troppo, e senza notevoli incidenti, tranne fortissimi acquazzoni contro i quali non ci sono coperture nč tende che tengano, e una gherminella delle guide che invece di farci tenere la via pių breve come era nostro desiderio, ci fanno deviare per passare da un capo villaggio che aveva loro promesso abbondante tecc. Si percorrono sentieri impossibili attraverso campi e boschi: la natura abbastanza grandiosa e selvaggia: spesso alture coronate da folto verde fra cui giganteggiano le tuje, indizio che vi nascondono qualche chiesa in cui i preti si beano nel far niente, vivendo alle spalle dei poveri contadini. Al famoso villaggio cui tanto tenevano le nostre guide troviamo il capo assente, ma l'invisibile consorte ci usa ogni cordialitā, destinandoci un buon tucul e regalandoci di tecc, uova, latte, galline.
      Si credeva arrivare a Debra-Tabor il martedė, ma dopo cinque ore di cammino le guide ci consigliano fermarci, pretendendo esservi ancora parecchie ore e non essere conveniente arrivare verso sera e presentarsi al re, come di prammatica.
      Mercoledė 11. Per accorciatoio ci fanno fare un'ertissima salita per un sentiero a grossi ciottoli e fra tali boscaglie, che le mule per poco non si accoppano e noi siamo forzati andare a piedi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Abissinia
Giornale di un viaggio
di Giuseppe Vigoni
Editore Hoepli Milano
1881 pagine 284

   





Debra-Tabor