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      Infelici uomini, che per disgrazia giorni menate di pena al mondo e che siete i più veri naturali popoli di questa fatale lagrimosa valle, il nostro pio uomo non disdegnò mai di associarsi con essi voi e familiarmente discorrere su de' vostri infortunij. Vi visitò ne' spedali, vi visitò priggioni, vi sciolse dalle catene, assistendovi ne' primi per lenire alquanto i vostri dolori e ne' secondi tra delle carceri per darvi il pane ogni mattina, senza mai mancarvi per lunghe eddomade, protegendovi fino ne' tribunali.
      In esse opere, però, convien dire come per sua buona sorte avere egli avuto luogo di più lampeggiare in misericordia e sfogare senza limiti l'ardente sua pietà cristiana sopra ogni altro fedel cattolico, mentre in esse non solo vi si presentava qual semplice divoto cittadino, ma come rettore e curatore delle medesime, destinatovi più volte dal Governo e dal Senato eccellentissimo, siccome a suo luogo e al capo 3 comproveremo.
     
     
      SECONDO PUNTO
     
      Vir magnus in officio suo
     
      Il culto in seguito della virtù di cui il nostro difonto fu zelantissimo esemplare alunno (ed ecco noi entrati nel secondo punto di questi elogij) fu quegli che lo rese grande in famiglia Emanuele Villabianca, lodevole benefattore ed onore non ultimo di suo retaggio. Lo professò egli colla pazienza e coll'esempio.
      Parimenti senza turbarsi venne a soffrire le lunghe spinose liti dalle quali fu assassinato come fresco capo di Casa dopo la morte del suo genitore. Queste eran tarli che portava il legno antico del suo casato, onde bisognò nettarle e farle fuori per non passare avanti ed infettarne di peggio il tronco.


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Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
pagine 144

   





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