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      Vir amator, dunque, è ben recitarne le sacre parole, civitatis et boni audiens qui pro affectu pater appellabantur.
      L'amor proprio pure in tal consiglio vi ebbe sua parte (non è bene ometterne il dire), cioè di non aver possuto ei lasciar miglior padre e curatore a' suoi figli, quali sono i detti suoi libri e parti letterarij, dovendo abbandonarli morendo, che la Patria stessa di cui avea ricevuto l'essere, e comechè da lei per atto di gratitudine non potranno essere trattati essi libri con altrimenti che con materno affetto, stima e venerazione.
      Se questa sia lieve benemerenza cattatasi il nostro illustre difonto su tal virtuoso scientifico talento appo il pubblico mel dica la grandezza lo stesso Cesare nostro oggi Serenissimo (che Dio feliciti per nostra sorte) quando nell'investitura salutollo un giorno di conte in Regno, come nel secondo capo notificai, colle seguenti parole: Deque Patria, deque tota Sicilia optime meritus, e 'l confermi insieme il nostro Magistrato eccellentissimo col permesso a lui dato di porre l'aquila palermitana su i marmi per coronare di gloria vieppiù il mausoleo al primo istante di fabbricarlo, col dire nello svolazzo: Sic meritum Patria suum hic colit civem, e con essa aquila starsene sotto, dolente e messa in atto di piangere, col permesso pur del Governo, la figura della Sicilia, attorniata da Mongibello, dal Castellaccio di Morreale e dalle colonne insieme del tempio di Segesta, colle spighe di grano alle mani e co' i suoi noti emblemi delle tre gambe.


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Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
pagine 144

   





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