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      Oltre che sarà della politezza de' signori deputati della Libreria il decretare rimostranze di onori di gratitudine, come in memorie, iscrizioni, marmi e altro a lor piacere verso il mio umil nome e decorazione di mia famiglia, partecipanda un giorno dai posteri.
      Voglio poi ingiungere per secondo patto alla stessa benefatta Biblioteca con prevedere e curare in che, coll'attestare io un ufficio paterno di attenzione, doveroso per altro, alla mia famiglia ed ascendenza, giacchè ora in actu la sto spogliando per amor della Patria con questa donazione del mobile più prezioso e a me caro di casa, qual'è quello de' libri, figli e creature tutte della mia mente e che hanno il valore del mio sangue istesso, in che, se taluno delli miei eredi, chiamati e sustituti nel presente mio testamento sortisse dote dalla madre capricciosa natura di portare un ramo di passione d'animo che in qualche maniera alla mia uguagliare di studiar sul bello delle scienze e sue delizie, e sopratutto su la cognizione tanto amabile della patria storia, noto così facendo il suo talento al publico con darvi opere degne della luce de' torchi o sia con recite letterarie alle Accademie scientifiche che si faran merito nell'accettazione de' dotti, lungi dal sospettare d'essere cose imboccatesegli da aliena mano col dire: Non est de sacco tanta farina tuo, onde in far ciò avesse egli il bisogno di valersi delle mie opere legate di Opuscoli e Diarij palermitani o i dieci anche tomi delle Iscrizioni sicole, in ognuno allora di questi casi fosse tenuta detta Libreria publica accommodare a questo tale mio nipote e successore sustituto le sudette opere e libri donati d'una per una e di tomo in tomo, a tenore delle di lui ricerche, con ricavare però da lui rigorosamente il ricevo per sua cautela animo restituendi, a tempo giusto però e prudente, affinchè non venissero a male mani cotali libri grondanti in copia di miei sudori, conservandosi in la Casa publica, quando che, restando nella privata, sicuramente che il libro ibit in ignem, secondo il vaticinio che ho fatto di sopra a' libri della mia domestica libreria di opere di onnigena letteratura e non vi sono li miei libri presenti manuscritti, quali ora al publico li ho stimato far più sicuri di quelli a sottrarli alla imminente fatal disgrazia del vorace fuoco.


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Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
pagine 144

   





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