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      Oh, quanta pena dall'uom si sente nato a servire, non vedendosi padrone di sua volontà! Oh, quanto è grave, giusta il Petrarca, il scendere e salir per le altrui scale! Oh, quanto è barbara, giusta i miei detti, la servitù e, oh, quanto è dolce la libertà!
      È bene dunque usar grazia coi servi, portarci inver loro con carità di padri e compatirci alla fine reciprocamente gli uni cogl'altri gli umani naturali difetti che più delle volte detestansi nelle persone de' padroni che de' sudditi. Tanto prescrive nostra santa legge, e tanto natura ha prescritto all'uomo.
      Nelle persone finalmente de' servi dee ravvisarsi la persona di Cristo, essendo che sono eglino gente assai povera, niente meno che quella de' poveri limosinanti ma liberi della città, anzicchè questi più bisognosi di quelli per la necessità che tengono di vendere lor libertà. Onde stimo esser lor dritto in che li padroni, oltre il salario che ad essi pagano, li considerassero nelle lor limosine. Non pochi per altro di signori pij viventi, nostri concittadini, cristianamente ed esemplarmente ciò stan pratticando, conoscendone il doveroso ufficio.
      Il vero povero, a mio sentimento, sempre è colui che mette in vendita la sua persona col prezzo unita de' suoi sudori.
     
     
      CAPITOLO DEL FISCO
     
      Fo' alto finalmente al dire di questa mia postrema disposizione con far legato a not. Francesco Paolo Tesauro di Palermo, che riduce nelle sue publiche tavole il contesto intero della medesima, onze sei per fattura e copia dell'istessa e per fattura anche e copia dell'inventario che farà detto mio erede universale.


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Autoapologia
La mia vita le mie virtù le mie opere
di Francesco Maria Emanuele e Gaetani (marchese di Villabianca)
pagine 144

   





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