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      Questo Arrigo, morto Tancredi, entrò nel regno di Puglia e molti punì di quegli che con Tancredi s'erano tenuti, e che favore gli aveano dato, e che alla reina Costanzia aveano portata ingiuria, e vergogna aveano fatta contro a la nobilità del suo onore. Questa Costanzia fu madre di Federigo secondo, il quale del romano imperio non nudritore, ma più tosto Federigo che a distruzione il recò, siccome pienamente ne' suoi fatti aparirà. Morto adunque Tancredi, il regno rimase al suo figliuolo Guiglielmo, giovane d'età e di senno; ma Arrigo entrato nel regno col suo esercito gli anni di Cristo MCLXXXXVII, pace non vera col giovane re Guiglielmo prese d'avere, e lui frodolentemente pigliando e occultamente, pochi sentendolo, in Soavia colla serocchia inn-iscacciamento mandò, e privatolo degli occhi, ivi infino alla morte il fece sotto guardia guardare. Con questo Guiglielmo figliuolo di Tancredi furono tre serocchie, cioè Alberia, Costanzia, e Madama. Morto Arrigo imperadore, e Guiglielmo il giovane castrato e tratti gli occhi morto, Filippo duca di Soavia queste tre figliuole di Tancredi re, a preghiere della moglie che fu figliuola dello 'mperadore Manovello di Costantinopoli, e liberatele dello esilio e della carcere, le lasciò andare. E Alberia, overo Aceria, tre mariti ebbe. Il primo fu conte Gualtieri di Brenna fratello del re Giovanni, del quale nacque Gualterano conte d'Ioperi, a cui il re di Cipri diede la figliuola per moglie; morto il conte Gualtieri dal conte Tribaldo Tedesco, Albira si fece a mo


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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