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      Nel sesto di San Brancazio furono Guelfi i Bostichi, i Tornaquinci, i Vecchietti; i Ghibellini del detto sesto furono i Lamberti, i Soldanieri, i Cipriani, i Toschi, e gli Amieri, e Palermini, e Megliorelli, e Pigli, con tutto che poi parte di loro si fecioro Guelfi. Nel sesto di porte del Duomo furono in quegli tempi di parte guelfa i Tosinghi, gli Arrigucci, gli Agli, i Sizii; i Ghibellini del detto sesto, i Barucci, i cattani da Castiglione e da Cersino, gli Agolanti, i Brunelleschi; e poi si feciono Guelfi parte di loro. Nel sesto di porte San Piero furono de' nobili guelfi gli Adimari, i Visdomini, i Donati, i Pazzi, que' della Bella, gli Ardinghi, e' Tedaldi detti que' della Vitella; e già i Cerchi cominciavano a·ssalire in istato, tutto fossono mercatanti. I Ghibellini del detto sesto, i Caponsacchi, i Lisei, gli Abati, i Tedaldini, i Giuochi, i Galigari; e molte altre schiatte d'orrevoli cittadini e popolani tennero l'uno coll'una parte e l'altro coll'altra, e si mutaro per gli tempi d'animo e di parte, che sarebbe troppa lunga matera a raccontare. E per la detta cagione si cominciaro di prima le maladette parti in Firenze; con tutto che di prima assai occultamente, pure era parte tra' cittadini nobili, che chi amava la signoria della Chiesa e chi quella dello 'mperio, ma però inn-istato e bene del Comune tutti erano in concordia.
     
      XL
     
     
      Come fu presa la città di Dammiata per gli Cristiani, e poi perduta.
     
      Nell'anno MCCXV papa Innocenzo celebrò generale concilio a Roma per fare passaggio oltremare al soccorso della Terrasanta, e più ordini fece, ma poco appresso morì. E l'anno MCCXVI fu fatto papa Onorio terzo nato di Roma, il quale seguì poi il detto passaggio, ove andarono molti Romani, e Italiani, e Fiorentini, e andovvi d'oltramonti Otto imperadore, e più altri baroni d'Alamagna e di Francia l'anno MCCXVIII. E assediaro la città di Dammiata in Egitto per due anni, e dopo grande danno di mortalità de' Cristiani, che vi moriro il detto Otto e molta di sua gente, e l'anno appresso ebbono Dammiata per forza; e la 'nsegna del Comune di Firenze, il campo rosso e 'l giglio bianco, fu la prima che·ssi vide in sulle mura di Dammiata, per virtù de' pellegrini fiorentini che furono de' primi combattendo a vincere la terra; e ancora per ricordanza il detto gonfalone si mostra per le feste nella chiesa di San Giovanni.


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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