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      Lo 'mperadore vegnendo in Toscana, non volle entrare nella città di Firenze, né mai v'era entrato, ma se ne guardava, che per suoi aguri, overo detto d'alcuno demonio, overo profezia, trovava ch'egli dovea morire in Firenze, onde forte temea; ma passò all'oste, e andossene a soggiornare nel castello di Fucecchio, e la maggior parte di sua gente lasciò all'asedio di Capraia, il quale castello per forte assedio e fallimento di vittuaglia non possendosi più tenere, feciono quegli d'entro consiglio di patteggiare, e avrebbono avuto ogni largo patto ch'avessono voluto; ma uno calzolaio uscito di Firenze, ch'era stato uno grande anziano, non essendo richesto al detto consiglio, isdegnato si fece alla porta, e gridò a quegli dell'oste che·lla terra non si potea più tenere; per la qual cosa quegli dell'oste non vollono intendere a patteggiare, onde quegli d'entro, come gente morta, s'arrendero a la mercé dello imperadore; e ciò fu del mese di maggio, gli anni di Cristo MCCXLVIIII. E' capitani de' detti Guelfi era il conte Ridolfo di Capraia e messer Rinieri Zingane de' Bondelmonti; e rapresentati a Fucecchio allo 'mperadore, tutti gli ne menò seco pregioni in Puglia, e poi per lettere a ambasciadori mandatigli per gli Ghibellini di Firenze, a tutti quegli delle gran case nobili di Firenze fece trarre gli occhi, e poi mazzerare in mare, salvo messer Rinieri Zingane: perché 'l trovò savio e magnanimo no·llo volle fare morire, ma fecelo abacinare degli occhi, e poi in su l'isola di Montecristo come religioso finì sua vita.


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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