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      dimento, si fuggirono da l'altra parte; e ciò furono di que' della Pressa, e degli Abati, e più altri. E però non lasciarono i Fiorentini e l'altra loro amistade di fare loro schiere, e attendere la battaglia. E come la schiera de' Tedeschi rovinosamente percosse la schiera de' cavalieri de' Fiorentini ov'era la 'nsegna della cavalleria del Comune, la quale portava messer Jacopo del Naca della casa de' Pazzi di Firenze, uomo di grande valore, il traditore di messer Bocca degli Abati, ch'era in sua schiera e presso di lui, colla spada fedì il detto messer Jacopo e tagliogli la mano co la quale tenea la detta insegna, e ivi fu morto di presente. E ciò fatto, la cavalleria e popolo veggendo abattuta la 'nsegna, e così traditi da·lloro, e da' Tedeschi sì forte assaliti, in poco d'ora si misono inn-isconfitta. Ma perché la cavalleria di Firenze prima s'avidono del tradimento, non ne rimasono che XXXVI uomini di nome di cavallate tra morti e presi. Ma la grande mortalità e presura fue del popolo di Firenze a piè, e di Lucchesi, e Orbitani, però che si rinchiusono nel castello di Monte Aperti, e tutti furono presi; ma più di MMD ne rimasono al campo morti, e più di MD presi pur de' migliori del popolo di Firenze di ciascuna casa, e di Lucca, e degli altri amici che furono a la detta battaglia. E così s'adonò la rabbia dell'ingrato e superbio popolo di Firenze; e ciò fu uno martedì, a dì IIII di settembre, gli anni di Cristo MCCLX; e rimasevi il carroccio, e la campana detta Martinella, con innumerabile preda d'arnesi di Fiorentini e di loro amistade.


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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