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      Alla fine per difalta di vittuaglia il detto castello di Poggibonizzi s'arendé al re in mezzo dicembre MCCLXVII, salvi l'avere e le persone, giurando i forestieri e' terrazzani di non essergli mai incontro. E avuto il castello, vi soggiornò XV giorni, e misevi podestà, e fecevi cominciare una fortezza, ma non si compié poi, per molto affare del re e del Comune di Firenze.
     
      XXII
     
     
      Come il re Carlo co' Fiorentini andarono a oste sopra la città di Pisa.
     
      Partito il re Carlo da oste da Poggibonizzi co' Fiorentini, sì cavalcarono sopra la città di Pisa, e prese molte castella con grande danno de' Pisani, e ebbe Porto Pisano, e fecelo disfare, e abattere le torri del porto. E poi del mese di febbraio, nel detto anno MCCLXVII, lo re Carlo andò a Lucca, e poi in servigio de' Lucchesi assediò il castello del Mutrone ch'era fortissimo di mura grossissime, e invano vi sarebbe stato assai, senno che fece vista di cavallo e di tagliarlo da piè, ma in sei mesi non se ne sarebbe venuto a fine; ma per ingegno e inganno la notte faceano recare calcinacci d'altra parte, e il dì lo faceano gittare fuori, mostrando che fosse del tagliamento del muro del castello, per la qual cosa quegli d'entro impauriti s'arenderono, salve le persone; e usciti del castello, e vedute le cave, s'avidono dello 'nganno. E avuto il re il detto castello, sì 'l donò a' Lucchesi.
     
      XXIII
     
     
      Come il giovane Curradino figliuolo del re Currado venne d'Alamagna in Italia contro al re Carlo.
     
      Istando lo re Carlo in Toscana, i Ghibellini usciti di Firenze co' Pisani e' Sanesi sì feciono lega e compagnia, e ordinaro con don Arrigo di Spagna, il quale era sanatore di Roma, fatto già nemico del re Carlo suo cugino; e con certi baroni di Puglia e di Cicilia fece congiurazione e cospirazione di rubellargli certe terre di Cicilia e di Puglia, e di mandare in Alamagna, e fare sommuovere Curradino figliuolo che fu del re Currado figliuolo dello 'mperatore Federigo, che passasse in Italia per torre Cicilia e il Regno al re Carlo.


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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