Pagina (357/501)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E rotta la detta schiera de' Provenzali, simile feciono di quella de' Franceschi e degl'Italiani, la quale guidava messer Gianni di Crarì, e messer Guiglielmo lo Stendardo, però che·lla gente di Curradino erano per uno due che quegli del re Carlo, e fiera gente e aspra in battaglia: e veggendosi la gente del re Carlo così malmenare, si misono in fugga e abandonarono il campo. I Tedeschi si credettero avere vinto, che non sapeano dell'aguato del re Carlo, si cominciarono a spandere per lo campo, e intendere a la preda e alle spoglie. Lo re Carlo era in sul colletto di sopra alla valle, dov'era la sua schiera, con messer Alardo di Valleri e col conte Guido di Monforte per riguardare la battaglia, e veggendo la sua gente così barattare, prima l'una schiera e poi l'altra, e venire in fugga, moria a dolore, e volea pure fare muovere la sua schiera per andare a soccorrere i suoi. Messer Alardo, maestro dell'oste e savio di guerra, con grande temperanza e con savie parole ritenne assai lo re, dicendo che per Dio sì sofferisse alquanto, se volesse l'onore della vittoria, però che conoscea la covidigia de' Tedeschi, come sono vaghi delle prede, per lasciargli più spartire dalle schiere, e quando gli vide bene sparpagliati, disse al re: "Fa' muovere le bandiere, ch'ora è tempo"; e così fu fatto. E uscendo la detta schiera della valle, Curradino né' suoi non credeano che fossono nimici, ma che fossono di sua gente, e non se ne prendeano guardia. E vegnendo lo re con sua gente stretti e serrati, al diritto se ne vennero ov'era la schiera di Curradino co' maggiori di suoi baroni, e quivi si cominciò la battaglia aspra e dura, con tutto che poco durasse, però che·lla gente di Curradino erano lassi e stanchi per lo combattere, e non erano tanti cavalieri schierati ad assai quanti quegli del re, e sanza ordine di battaglia, però che·lla maggiore parte di sua gente, chi era cacciando i nemici, e chi ispartito per lo campo per guadagnare preda e pregioni, e la schiera di Curradino per lo improviso assalto de' nimici tuttora scemava, e quella del re Carlo tuttora cresceva per gli primi di sua gente ch'erano fuggiti della prima sconfitta, conoscendo le 'nsegne del re si metteano in sua schiera, sicché in poca d'ora Curradino e sua gente furono sconfitti.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





Provenzali Franceschi Italiani Gianni Crarì Guiglielmo Stendardo Curradino Carlo Carlo Tedeschi Carlo Carlo Alardo Valleri Guido Monforte Alardo Dio Tedeschi Curradino Curradino Curradino Curradino Carlo Curradino