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      Allora prese de' migliori baroni della schiera del re da XXX in XL, e uscirono della schiera faccendo sembianti che per paura si fuggissono, siccome gli avea amaestrati. Gli Spagnuoli veggendogli con pių delle bandiere di quegli signori si metteano in volta e in vista di fuggire, con vana speranza cominciarono a gridare: "E' sono in fugga!", e cominciarono a dipartirsi da schiera e volergli seguire. Lo re Carlo veggendo schiarire e aprire la schiera degli Spagnuoli e altri Tedeschi, francamente si misono a fedire tra·lloro; e messer Alardo co' suoi saviamente si raccolsono e tornarono alla schiera. Allora fu la battaglia aspra e dura; ma gli Spagnuoli erano bene armati, per colpi di spade non gli poteano aterrare, e spesso al loro modo si rannodavano insieme. Allora i Franceschi cominciarono con gridare ad ire, e a prendelli a braccia, e abattergli de' cavagli a modo de' torniamenti; e cosė fu fatto, per modo che in poca d'ora gli ebbono rotti, e sconfitti, e messi in fugga, e molti ve ne rimasono morti.
     
      Don Arrigo con assai de' suoi si fuggė in Montecascino, e diceano che 'l re Carlo era sconfitto. L'abate ch'era signore di quella terra conobbe don Arrigo, e a' segnali di loro com'erano fuggiti, sė fece prendere lui e gran parte di sua gente. Lo re Carlo con tutta sua gente rimasono in sul campo armati e a cavallo infino alla notte per ricogliere i suoi e per avere de' nemici piena e sicura vittoria. E questa sconfitta fu la vilia di santo Bartolomeo a dė XXIII d'agosto, gli anni di Cristo MCCLXVIII. E in quello luogo fece poi fare lo re Carlo una ricca badia per l'anime della sua gente morta, che si chiama Santa Maria della Vittoria, nel piano di Tagliacozzo.


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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