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      E in quella stanza, sì come era ordinato, vennero a·llui con messer Gianni di Procita ambasciadori di Messina e sindachi con pieno mandato di tutte le terre di Cicilia, a pregarlo ch'egli prendesse la signoria, e s'avacciasse di venire nell'isola per soccorrere la città di Messina, la quale dal re Carlo e da sua oste era molto stretta. Lo re Piero udendo la gente e la potenza del re Carlo, e che la sua a comparazione era niente, alquanto temette; ma per lo conforto e consiglio di messer Gianni, e veggendo che tutta l'isola era per fare le sue comandamenta, e aveano tanto misfatto al re Carlo, che di loro si potea bene sicurare, sì rispuose ch'egli era apparecchiato del venire e del soccorrere Messina. E incontanente si levò da oste da Ancolle, e ricolsesi a galee, e misesi in mare, e arrivò alla città di Trapali all'entrante d'agosto. E come giunse a Trapali, per messere Gianni di Procita e per gli altri baroni di Cicilia fu consigliato che sanza soggiorno cavalcasse a Palermo, e 'l navilio mandasse per mare; e a Palermo saputo novelle dell'oste del re Carlo e dello stato di Messina, prenderebbono consiglio. E così fu fatto, che a dì X d'agosto lo re Piero giunse nella città di Palermo, e da' Palermitani fu ricevuto a grande onore e processione sì come loro signore, e credendo scampare da morte per lo suo aiuto; e a grido di popolo il feciono loro re, salvo che non fu coronato per l'arcivescovo di Monreale, come si costumava per gli altri re, però che s'era partito e itosene al papa; ma coronollo il vescovo di Cefalù d'una picciola terra di Cicilia, ch'era rubello del re Carlo.


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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