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      Messer Gianni di Procita si levò, e poi disse che·llo re Carlo nonn-era garzone che·ssi movesse per lieva lieva, "ma colla buona e grande cavalleria ch'ha seco ci verrebbe incontro per la battaglia; ma parmi che il nostro re gli mandi suoi messaggi a dirgli ch'egli si parta di sua terra, la quale gli scade per retaggio di sua mogliera, e fugli confermata per la Chiesa di Roma per papa Niccola terzo degli Orsini; e se ciò non vuole fare, il disfidi. Ciò fatto, incontanente si mettessono in concio tutte le galee sottili, e che l'amiraglio andasse su per lo Fare, prendendo trite e ogni legno di carico ch'a l'oste portasse vittuaglia, e per questo modo con poco rischio e fatica asseccheremo il re Carlo, e sua oste converrà si parta dall'asedio; e se rimane in terra, egli e sua gente morranno di fame". Incontanente per lo re e per tutti i baroni fu preso il consiglio di messere Gianni, e furono mandati due cavalieri catalani con lettere e coll'ambasciata assai oltraggiosa e villana, e questa fu la forma della lettera.
     
      LXXI
     
     
      La lettera che 'l re d'Araona mandò al re Carlo.
     
      Piero d'Araona e di Cicilia re, a te Carlo re di Gerusalem e di Proenza conte.
     
      Significhiamo a te il nostro avenimento nell'isola di Cicilia, siccome nostro giudicato reame per l'autorità di santa Chiesa, e di messer lo papa, e de' venerabili cardinali, e però comandiamo a te che, veduta questa lettera, ti debbi levare dell'isola di Cicilia con tutto tuo podere e gente, sappiendo che se nol facessi, i nostri cavalieri e fedeli vedresti di presente in vostro dammaggio, offendendo voi e vostra gente".


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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