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      Lo re Piero d'Araona con sua gente impediva quanto potea la scorta che conducea la vittuaglia, e convenia che e' Franceschi la guidassono con molta gente e con grande fatica. Avenne che·lla vilia di santa Maria d'agosto lo re d'Araona s'era messo in aguato con Vc de' migliori de' suoi cavalieri e con MM mugaveri a piè per impedire la scorta del re di Francia, e ancora si dicea che in quella scorta venia la paga della gente del re di Francia, e però lo re d'Araona in persona si mise nell'aguato: fu rapportato per una spia a messer Raul di Rasi e a messer Gian d'Ericorte conastabole e maliscalco dell'oste del re di Francia. I detti ebboro loro consiglio, e co' migliori cavalieri dell'oste, per andare a combattere col detto aguato, e ragionando d'andarvi grossi di gente, erano certi che 'l re d'Araona né sua gente non uscirebbono a battaglia, com'altre volte non avea fatto se non a suo vantaggio. Ma disse messer Raul di Rois valente cavaliere: "Se noi volemo essere valenti uomini, e trarrelo a battaglia, andianvi con poca gente, sì che gli paia avere buono mercato di noi". E così fu fatto; ch'eglino presono il conte della Marcia e de' più eletti baroni e baccellieri d'arme che fossono in tutta l'oste, infino in quantità di IIIc cavalieri sanza più, e misonsi contro l'aguato. Lo re d'Araona veggendo che non erano maggior quantità, e egli avea gente troppa più di loro, lasciando i pedoni s'affrettò di fedire co' suoi cavalieri, e si mise alla battaglia, la quale fu dura e aspra, sì come di tanti eletti e provati cavalieri.


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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