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      Ma per tutto questo non si potea perdere la città, che perché i Saracini rompessono le mura il dì, la notte erano riparate e stoppate o con tavole o con sacca di lana e di cotono, e difese il dì appresso vigorosamente per lo valente e savio uomo frate Guiglielmo di Belgiù maestro del Tempio, il quale era capitano generale della guerra, e della guardia della terra, e con molta prodezza e provedenza e sollecitudine avea vigorosamente guardata la terra. Ma come piacque a·dDio, e per pulire le peccata degli abitanti d'Acri, il detto maestro del Tempio levando il braccio ritto combattendo, gli fu per alcuno Saracino saettata una saetta avelenata, la quale gli entrò nella giuntura delle corazze, per la qual fedita poco appresso morìo, per la cui morte tutta la terra fu iscommossa e impaurita, e per la loro confusione delle tante signorie e capitani, come dicemmo dinanzi, si disordinò, e furono in discordia della guardia e difensione della terra; e ciascuno, chi potéo, intese a sua salvazione, e ricogliendosi in navi e altri legni ch'erano nel porto. Per la qual cagione i Saracini continuando di dì e di notte le battaglie, entrarono per forza nella terra, e quella corsono e rubarono tutta, e uccisono chiunque si parò loro innanzi, e giovani uomini e femmine menarono in servaggio per ischiavi, i quali furono tra morti e presi, uomini e femmine e fanciugli, più di LXm; e 'l dammaggio d'avere e di preda fu infinito. E raccolte le prede e' tesori, e tratte le genti prese della terra, si abbatterono le mura e


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Nuova cronica
Tomo Primo
di Giovanni Villani
pagine 501

   





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