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      E per arrota alla detta pestilenzia fu l'anno gran fame, e valse lo staio del grano a la rasa più di soldi XXVI di soldi LII il fiorino d'oro in Firenze, e se non che 'l Comune e que' che governavano la città si providono dinanzi, e aveano fatto venire per mano di Genovesi di Cicilia e di Puglia bene XXVIm di moggia di grano, gli cittadini e' contadini non sarebbono scampati di fame: e questo traffico del grano fue coll'altre una delle cagioni di volere rivedere la ragione del Comune per la molta moneta che vi corse; e certi, a diritto o a torto, ne furono calonniati e infamati. E questa aversità e pericolo della nostra città non fu sanza giudicio di Dio, per molti peccati commessi per la superbia, invidia e avarizia de' nostri allora viventi cittadini, che allora guidavano la terra, e così di ribelli di quella come di coloro che·lla governavano, ch'assai erano peccatori; e non ebbe fine a questo, come innanzi per gli tempi si potrà trovare.
     
      LXIX
     
     
      Come il papa mandò in Firenze per legato il cardinale da Prato per fare pace, e come se ne partì con onta e con vergogna.
     
      Nella detta discordia tra' Fiorentini papa Benedetto con buona intenzione mandò a Firenze il cardinale da Prato per legato per pacificare i Fiorentini tra·lloro, e simile co' loro usciti e tutta la provincia di Toscana; e venne in Firenze a dì X del mese di marzo MCCCIII, e da' Fiorentini fu ricevuto a grande onore e con grande reverenza, come coloro che parea esser partiti e in male stato, e coloro ch'aveano stato e volontà di ben vivere amavano la pace e la concordia, e era converso per gli altri.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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