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      In questo anno venne di Puglia in Fiandra messer Filippo figliuolo del conte Guido di Fiandra, e lasciò e rifiutò al re Carlo di Puglia il contado di Tieti, di Lanciano, e de la Guardia in Abruzzi, il quale egli tenea in fio dal re e per dote de la moglie, per soccorrere il padre e' frategli e il suo paese di Fiandra, e amò meglio d'essere povero cavaliere sanza terra, per aiutare e soccorrere la sua patria e avere onore, che rimanere in Puglia ricco signore. Incontanente che fue in Fiandra da' Fiamminghi fu fatto signore e capitano di guerra, il quale usò in Italia e in Toscana e in Cicilia a le nostre guerre; fu molto sollecito e franco, però che alquanto era di testa, e coll'oste de' Fiamminghi andò sopra Santo Mieri, e corse e distrussono gran parte del paese infino a la marina; e poi assediò la guasta terra dell'antica città di Ternana in Artese, però ch'era sanza mura, pur cinta di fosse, e dentro v'erano in guardia CC cavalieri lombardi, e MD pedoni toscani e lombardi e romagnuoli con lance lunghe e tutti bene armati a la nostra guisa, onde i paesani di là si maravigliavano molto, e di loro aveano grande spavento; i quali avea fatti venire di Lombardia messer Musciatto Franzesi e messer Alberto Scotti di Piagenza, la quale era una buona masnada e valente, e d'onde i Fiaminghi più temeano. E credendogli i Fiaminghi avere presi in Ternana, però che per moltitudine di loro, ch'erano più di cinquantamilia, aveano presa per forza la porta, e valico il fosso, i Lombardi e' Toscani faccendo serragli e sbarre ne la ruga de la terra, ritegnendo e combattendo co' Fiamminghi, sì gli risistettono tutto il giorno; ma crescendo la potenza de' Fiamminghi per la moltitudine loro, compresono tutta la terra d'intorno, salvo da la parte del fiume, e credendosi avere circondati e presi tutti i Lombardi sanza riparo; ma i Lombardi e' Toscani, come savi e maestri di guerra, feciono uno bello e sùbito argomento al loro scampo, e a ingannare i Fiaminghi; ciò che ch'eglino stiparono due case l'una incontro a l'altra, le quali erano in capo del ponte del fiume de la Liscia che correa di costa a la terra, e vegnendo ritegnendo la battaglia manesca co' Fiaminghi, lasciandosi perdere di serraglio in serraglio al loro scampo e ritratta, come furono presso al ponte misono fuoco nelle dette case stipate, e valicarono il ponte sani e salvi, e di là dal fiume stavano schierati sonando loro stormenti, e faccendo schernie de' Fiaminghi, e saettando loro; e poi ricolti tutti, se n'andarono a la terra d'Aria in Artese, e poi a la città di Tornai.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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