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      A la fine si partì l'oste, e lasciaro uno battifolle molto forte presso ad Arezzo a due miglia al poggio ch'è sopra l'olmo, fornito di genti cogli usciti d'Arezzo, il quale fece loro molta guerra; e' Fiorentini tornarono in Firenze sani e salvi dì XXV di luglio, anno detto.
     
      CXX
     
     
      Come gli ambasciadori d'Arrigo re de' Romani vennero in Firenze.
     
      Nel detto anno, dì III di luglio, vennero in Firenze messer Luis di Savoia eletto sanatore di Roma con II prelati cherici d'Alamagna e messer Simone Filippi da Pistoia, ambasciadori dello 'mperadore, richeggendo il Comune di Firenze che s'aparecchiassono di fargli onore a la sua coronazione, e che gli mandassero loro ambasciadori a Losanna; e richiesono e comandaro che l'oste ch'era ad Arezzo si dovesse partire. Fu per gli Fiorentini fatto un grande e bello consiglio, ove saviamente spuosero loro ambasciata. Risponditore fu fatto per lo Comune messer Betto Bruneleschi, il quale prima rispuose con parole superbe e disoneste, onde da' savi fu biasimato; poi per messer Ugolino Tornaquinci saviamente risposto, e cortesemente. Contenti si partiro a dì XII di luglio, e andarono nell'oste de' Fiorentini ad Arezzo, e feciono il somigliante comandamento si partisse l'oste; la quale non si partì per ciò. Rimasersi in Arezzo i detti ambasciadori assai indegnati contro a' Fiorentini.
     
      CXXI
     
     
      Di miracolosa gente che s'andarono battendo in Italia.
     
      Nel detto anno apparì grande maraviglia, che si cominciò in Piemonte, e venne per Lombardia e per la riviera di Genova, e poi per Toscana, e poi quasi per tutta Italia, che molta gente minuta, uomini e femmine e fanciulli sanza numero, lasciavano i loro mestieri e bisogne, e colle croci innanzi s'andavano battendo di luogo in luogo, gridando misericordia, e faccendo fare l'uno a l'altro molte paci, tornando più genti a penitenzia.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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