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      tto. E innanzi si partissono si diè compimento a la pace, al piacere, e com'era prima domandata per gli Fiorentini: e così si mostra che·lla savia providenza bene guidata e colla credenza, nelle guerre e nell'altre imprese, vince ogni forza e potenzia, e reca a·ffine onorevole ogni gran cosa.
     
      LXXXIII
     
     
      Come i Fiorentini disfeciono la mala moneta, e feciono la buona del guelfo nuovo.
     
      Nel detto anno MCCCXVII i Fiorentini disfeciono la mala moneta bargellina che correa per danari VI l'uno, ed erano di valuta di danari IIII, o meno, e fecionne una da danari XX, che poco valea meglio per bontà d'argento, che poi si disfece quella da XX, non piaccendo al popolo, e feciono la buona moneta del guelfo da danari XXX l'uno, e quella da XV danari di buono argento di lega d'once XI e mezzo di fine. E in quello anno, del mese di luglio, si fondarono in su·ll'Arno la pila del nuovo ponte detto Reale, e feciono le mura da quella torre di su l'Arno infino a la porta di Santo Ambruogio, e quelle di su la riva d'Arno in su l'isola infino al Corso de' Tintori di costa l'orto di Santa Croce.
     
      LXXXIV
     
     
      Come il re Ruberto mandò sua armata in Cicilia, e fece gran danno.
     
      Nel detto anno essendo fallite le triegue dal re Ruberto a quello di Cicilia, per lo detto re si fece armata in Napoli di LX galee, sanz'altri legni passaggeri, onde fu amiraglio e capitano messer Tommaso di Marzano conte di Squillaci, il quale con XIIc d'uomini a cavallo e gente a piè assai, passò col detto stuolo in Cicilia, e puose a Castello a Mare, e poi per terra n'andò in Valle di Mazara, guastando intorno a Trapali e tutta la contrada, e le galee per mare, e grandissimo danno fece di tutto il formento ch'era a le piagge; poi ritornò co la detta oste per la via da Coriglione a Palermo, e quivi per più giorni dimorò; e tutti i giardini e vigne de la città d'intorno guastò, e le tonnare del porto: d'allora innanzi vennero in queste marine grande abbondanza di tonni, che prima non ce n'avea.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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