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      A la fine, a l'ultima battaglia, uscì la cavalleria ch'era nella città del re Ruberto con popolo assai per la porta di Bisagno, e assalendo l'oste de' Ciciliani e usciti, vigorosamente gli levaro da la battaglia de la città: ritraendosi combattendo quasi come sconfitti, si ricolsono a galee, e vi lasciarono presi e morti gente assai; e la detta armata de' Ciciliani se n'andò in Cicilia molto peggiorata, e quella degli usciti a Saona; e così l'ultimo dì di settembre fu liberata la città di Genova, e il campo dell'oste ch'era in Bisagno si ritrasse al monte e a l'altra oste ch'era ne' borghi.
     
      CXVII
     
     
      Come gli usciti di Genova guastarono Chiaveri.
     
      Nel detto anno MCCCXX, a dì XIIII di dicembre, XV galee degli usciti di Genova corseggiando la riviera scesono al borgo di Chiaveri, e quello per forza presono, e ruballo e arsollo tutto.
     
      CXVIII
     
     
      Come gli usciti di Genova ebbono Noli, e feciono diversa guerra.
     
      Nel detto anno MCCCXX, a dì XXV di gennaio, gli usciti di Genova per mare, e 'l marchese dal Finale per terra, assediarono la città di Noli, traboccandola e combattendola per più volte: a la fine si rendero a patti a dì VI di febbraio MCCCXX salvo il castello, che si tenne poi insino a dì VI d'aprile vegnente, e per fame si rendéo. Chi potrebbe scrivere e continuare il diverso assedio di Genova, e le maravigliose imprese fatte per gli usciti co·lloro allegati? Certo si stima per gli savi che·ll'assedio di Troia, in sua comparazione, non fosse di maggiore continuamento di battaglie per mare e per terra, che così il verno come la state tenendo galee armate in mare, assediando la città, per modo che a grande distretta e necessitade di vittuaglia la condussono più volte nel detto anno MCCCXX e nel MCCCXXI vegnente; e per due volte la loro armata per fortuna di mare percosse in terra, e rotte le loro galee, e perita gran parte de la gente, per ciò non lasciavano la guerra, sanza il continovo corseggiare per mare in diverse parti del mondo, consumando l'una parte l'altra di più mercatantia che non vale uno reame; de le continue battaglie di terra assalendo la città per dì e per notte con più difici, gittando que' di fuori a que' d'entro, e quegli d'entro a que' di fuori, e con rovinare le mura della città, e di quelle fare cadere, e quegli d'entro con grande travaglio e necessitadi sollecitamente riparare e difendere, se tutto questo libro fosse scritto per quelle storie seguire, sanza altro sarebbe pieno.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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