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      Faccendo i Fiorentini l'aparecchiamento d'oste, e richesti gli amici di Toscana e di Romagna e de la Marca, il detto vescovo per tradimento che ordinò con uno piovano di que' signori del castello ebbe a patti il detto castello, ch'era fortissimo e ben fornito; e come gli fu renduto, sanza attenere patti il fece tutto ardere, e poi diroccare infino a' fondamenti.
     
      CLII
     
     
      Come Romeo de' Peppoli e suo séguito vennono per prendere Bologna e andarne in isconfitta.
     
      Nel detto anno, del mese di maggio, il grande ricco uomo Romeo de' Peppoli cacciato di Bologna, come adietro è fatta menzione, essendo a Cesena in Romagna, de' suoi propi danari e con amici subitamente raunò IIIIc cavalieri: venne a la città di Bologna, e con aiuto di certi suoi amici ch'erano ne la città entròe dentro a l'antiporte ne' borghi. I Bolognesi quasi improvisi de la sùbita venuta, francamente difendendo la terra, i detti loro ribelli per forza e con grande loro dammaggio gli ripinsono fuori de la città, e poi più confinati e ribegli feciono di quella parte, rimanendo Bologna in grande sospetto e in male stato, e mandarono per aiuto a' Fiorentini, i quali mandarono loro CL di loro cavalieri.
     
      CLIII
     
     
      De' romori e grandi novità ch'ebbe nella città di Pisa per la setta de' cittadini.
     
      Nel MCCCXXII, del mese di maggio, la città di Pisa si levò a romore per cagione delle sette ch'erano tra' cittadini. Messer Corbino de la casa de' Lanfranchi uccise messer Guido da Caprona de' maggiori cittadini che vi fosse; e quello de' Lanfranchi preso a romore di popolo, a·llui e al fratello fu tagliato il capo.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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