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      Ma faccendosi giorno, la parte de' Romani ch'aveano promesso di cominciare battaglia ne la terra a·ppetizione degli Orsini non ne feciono niente, né la gente del prenze e del legato non si trovarono nullo séguito da' Romani, ma il contradio. Il popolo di Roma, sonando la campana di Campidoglio a stormo, la notte furono a l'arme, e vennero assalire il detto prenze e·legato e loro gente, e a le sbarre fatte ebbe gran battaglia e fuvi morto uno degli Anibaldeschi, e altri assai Romani; ma a la fine soprastando il popolo, e crescendo in forza da tutte parti, la gente del prenze, ch'erano da C cavalieri e pedoni assai a difendere le sbarre, furono sconfitti e rotti, e morìvi messer Giuffrè di Gianville, e altri cavalieri intorno di XX, e a piè assai. E ciò veggendo il prenze e·legato, ch'erano schierati coll'altra cavalleria nella piazza di San Piero, feciono mettere fuoco nel detto borgo, acciò che 'l popolo non premesse loro adosso, ch'altrimenti tutti erano morti e presi, e si ricolsono salvamente, e partirsi di Roma con danno e disinore, e si ritornaro ad Orti; e ciò fu a dì XXVIII di settembre. Lasceremo de' fatti del re Ruberto e del prenze e de' Romani, e torneremo adietro a raccontare de' nostri fatti di Firenze e di Toscana e di Lombardia, che furono nell'avento del detto Bavero.
     
      XXIII
     
     
      Come al duca di Calavra nacque uno figliuolo in Firenze.
     
      Nel detto anno MCCCXXVII, a dì XIII d'aprile, nacque in Firenze uno figliuolo al duca di Calavra de la sua donna figliuola di messer Carlo di Valos di Francia, il quale fu fatto Cristiano per messer Simone della Tosa e per Salvestro Manetti de' Baroncelli sindachi fatti per lo Comune e popolo di Firenze, e fu chiamato Martino; e grande festa e armeggiare se ne fece per gli Fiorentini; ma all'ottavo dì di sua natività si morì e soppellì a Santa Croce, onde grande cordoglio n'ebbe in Firenze.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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