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      E fatta la detta festa, si tornarono in Pisa a dì XVIII di novembre. E in quello brieve tempo che l'avea presa trasse il Bavero de la città di Pisa e del contado, che di libbre e che d'imposte, CLm di fiorini d'oro, e de' cherici di quella diocesia XXm fiorini d'oro, con grande dolore e torzioni de' Pisani, sanza quegli ch'ebbe da Castruccio quando il fece duca, che si dice che furono Lm fiorini d'oro. Lasceremo alquanto del processo del detto Bavero, che si riposa in Pisa e in Lucca, e rauna danari per fornire suo viaggio a Roma; e faremo incidenza d'altre cose che furono in Firenze e in altre parti del mondo in questi tempi, tornando poi a nostra materia per seguire il corso e andamento del detto Bavero.
     
      XXXIX
     
     
      Come il re di Scozia corse in Inghilterra.
     
      Nel detto anno MCCCXXVII, del mese d'agosto, il re di Scozia con più di XLm Scotti passò infra l'Inghilterra per guastare il paese più giornate. Il giovane Adoardo terzo re d'Inghilterra con tutta sua cavalleria e forza di gente a piè gli andò incontro, e rinchiuse tutti i detti Scotti in uno parco del vescovo di Durem, e tutti gli avrebbe in quello morti o presi, se non fosse la viltà e tradimento de' suoi Inghilesi, che non faceano la guardia come si convenia, onde i detti Scotti di notte si partirono, e tutti n'andarono sani e salvi sanza battaglia o caccia niuna.
     
      XL
     
     
      Come il popolo della città d'Imola fu sconfitto da la gente de la Chiesa.
     
      Nel detto anno, a dì VIII di settembre, messer Ricciardo de' Manfredi di Faenza con gente a cavallo, di quegli del legato cardinale ch'era a Bologna, essendo venuti nella città d'Imola, perché quegli della terra per trattato fatto con Alberghettino suo fratello che avea rubellata Faenza, ed egli con sua gente cavalcarono per avere Imola, il popolo d'Imola si levò a romore per cacciarne il detto messer Ricciardo e la gente de la Chiesa, onde si cominciò la battaglia in su la piazza d'Imola; e per forza d'arme il detto messer Ricciardo con gli Alidogi e loro fedeli, e colla detta cavalleria della Chiesa, ch'erano da Vc cavalieri, sconfissono e ruppono il popolo d'Imola, e uccisonne più di CCCC, che non v'ebbe buona casa che uomo non vi rimanesse morto; e poi corsono la terra e rubarla tutta, onde la piccola città d'Imola quasi rimase distrutta di buona gente, e disolata di preda.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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