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      CXXI
     
     
      Come la parte ghibellina de la Marca presono la città d'Iegi, e tagliarono il capo a Tano che n'era signore.
     
      Nel detto anno, a dì VIII di marzo, i Ghibellini de la Marca, ond'era loro capitano di guerra il conte di Chieramonte di Cicilia, con gente del Bavero subitamente entrarono ne' borghi della città d'Iegi col favore e trattato di quegli de la cittade, de la quale era capo e signore Tano da Iegi, uno grande capitano di parte guelfa e molto ridottato in tutta la Marca, il quale tirannescamente lungo tempo l'avea soggiogata, e molto temuto e disamato da' suoi cittadini, e presi i borghi e la terra, assediarono i palazzi e rocca ov'era il detto Tano e sua famiglia, e quella combatterono; e perché il detto Tano era non proveduto né fornito, non potendosi difendere s'arrendé, al quale il detto conte di Chieramonte infra il terzo dì gli fece tagliare la testa, sì come a nimico e ribello dello 'mperio. E così gli fece confessare, e dicesi che di sua libertà confessò, e si rendé colpevole non di quello peccato che gli parea avere fatto mercé in servigio di santa Chiesa essere rubello dello 'mperio, ma che in quello tempo, essendo eletto capitano di guerra de' Fiorentini, e s'apparecchiava di venire, era disposto a petizione di certi grandi e popolani di Firenze, per cagione di sette, di guastare il nostro tranquillo stato, e farvi nuova parte, e sì come tiranno cacciare gente de la nostra città di Firenze. Se questo s'avesse potuto fare o no, egli di vero il confessò a la morte, onde per la grazia di Dio la nostra città fu libera del male volere del tiranno per mano de' nostri nimici non provedutamente


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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