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      Per la qual cosa montò la 'nvidia e la gelosia che messer Marco non togliesse la signoria a messer Azzo per gli trattati fatti in Firenze co' Guelfi, e forse messere Marco per tornare in grazie del papa ed esser signore di Milano, che 'l potea e n'avea per aventura la 'ntenzione guardando suo tempo.
     
      Avenne che a dì IIII di settembre nel detto anno, fatto messer Azzo uno grande convito ove fu messer Marco e messer Luchino e messer Giovannino Visconti suoi zii, e altri de' Visconti e più buona gente di Milano, compiuto il mangiare, e partendosi messer Marco e l'altra buona gente, fu fatto chiamare per parte di messer Azzo che tornasse al palazzo, che volea egli e' frategli parlare co·llui al segreto. Il detto messer Marco non prendendosi guardia, e non avendo arme, andò a·lloro, e entrato co·lloro in una camera, come i traditori caini aveano ordinato, co·lloro masnadieri armati uscirono adosso a messer Marco, e sanza fedirlo il presono e strangolarlo, sì ch'afogò, e morto il gittarono da le finestre del palazzo in terra. Di questa disonesta morte di messer Marco i Milanesi per comune ne furono molto turbati, ma nullo n'osò parlare per paura. Questo messer Marco fu bello cavaliere e grande della persona, fiero e ardito, e prode in arme, e bene aventuroso in battaglia più che niuno Lombardo a' suoi dì; savio non fu troppo, ma se fosse vivuto, avrebbe fatto di grandi novitadi in Milano e in Lombardia.
     
      CXXXIV
     
     
      Come le castella di Valdinievole feciono pace e accordo co' Fiorentini.
     
      Nel detto anno la lega delle castella di Valdinievole, come sono Montecatini, Pescia, Buggiano, Uzzano, il Colle, il Cozzile, e Massa, e Montesommano, e Montevettolino, veggendo il male stato di Lucca, e come i Pistolesi s'erano pacificati co' Fiorentini, e seguivane loro utile e bene, e per consiglio di loro amici ghibellini di Pistoia, spezialmente de' cavalieri novelli fatti per lo Comune di Firenze, e per posarsi in pacefico stato de le loro lunghe guerre e pericoli passati, cercavano pace co' Fiorentini, e compiési a dì XXI di giugno del detto anno, perdonando e dimettendo il Comune di Firenze ogni offesa ricevuta da·lloro ne la guerra castruccina, e eglino promisono a' Fiorentini d'avere gli amici per amici e' nimici per nimici, e feciono lega co' Fiorentini, e vollono un capitano di Firenze.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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