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      E in questa stanza da XII caporali e grandi Ghibellini del castello di Montevettolino andarono segretamente in Montecatini per ordinare di rubellare Montevettolino. E ispiandolo messer Amerigo, a l'uscita che feciono del castello gli fece prendere, e per la loro presura ebbe il castello di Montevettolino in signoria per lo Comune di Firenze, che innanzi non vi lasciavano entrare dentro le loro masnade. E infino allora si cominciò l'assedio di Montecatini per gli Fiorentini, non perciò stretto, come seguirono poi, come innanzi si farà menzione; ma erano le loro guernigioni di gente a cavallo e a piede ne le castella d'intorno, e non vi potea entrare vittuaglia se non di furto, o con grossa scorta.
     
      CXXXVIII
     
     
      Come messer Cane della Scala ebbe la città di Trevigi, e incontanente di malatia vi morì.
     
      Nel detto anno, a dì IIII di luglio, messer Cane della Scala di Verona andò ad oste sopra la città di Trevigi con tutto suo podere, e furono più di MM cavalieri e popolo grandissimo, la quale città di Trevigi era in comunità, ma il maggiore n'era l'avogaro di Trevigi: al quale assedio stette XV dì, e poi l'ebbe liberamente a patti, salvi tutti avere e persone, ciascuno in suo grado. E a dì XVIII del detto mese v'entrò messer Cane colla sua gente con grande festa e trionfo, e fu adempiuta la profezia di maestro Michele Scotto, che disse che 'l Cane di Verona sarebbe signore di Padova e di tutta la Marca di Trivigi. Ma come piacque a Dio, e le più volte pare ch'avegna per lo piacere di Dio e per mostrare la sua potenzia, e perché niuno si fidi in niuna felicitade umana, che dopo la grande allegrezza di messer Cane, adempiuti gli suoi intendimenti, venne il grande dolore, che giunto lui in Trevigi, e mangiato in tanta festa, incontanente cadde malato, e il dì de la Maddalena, dì XXII di luglio, morì in Trevigi, e fune portato morto a soppellire a Verona, e di lui non rimase né figlio né figlia legittimo, altro che due bastardi, i quali poi da' loro zii frategli di messer Cane perché non regnassono furono scacciati, e alcuno di loro fatto morire.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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