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      CLXXIII
     
     
      Come si cominciò grande guerra in mare tra' Catalani e' Genovesi.
     
      Nel detto anno e mese di marzo si cominciò la guerra da' Catalani a' Genovesi e' Viniziani molto aspra e dura, per cagione di più ruberie fatte in mare per gli Genovesi andando in corso sopra' Catalani e' Viniziani. E per cagione di ciò i Genovesi co' loro usciti e que' di Saona feciono triegua, onde poi nacque pace tra·lloro, come per innanzi faremo menzione. I Viniziani per loro viltà e tema de' Genovesi feciono pace assai tosto co·lloro, per piccola amenda di meno di Xm fiorini d'oro, che 'l valere di più di Cm fiorini d'oro aveano perduti, sanza più buona gente di Vinegia morti da' Genovesi in mare. Quella guerra de' Catalani durò poi più tempo con grande uccisione e dammaggio dell'una parte e dell'altra, come per gli tempi si troverà.
     
      CLXXIV
     
     
      Come il popolo di Colle di Valdelsa uccisono il loro capitano e signore, e diedonsi a la guardia de' Fiorentini.
     
      Nel detto anno, a dì X di marzo, essendo signore di Colle di Valdelsa messer Albizzo ch'era arciprete di Colle, che s'era fatto capitano di popolo co' suoi frategli, messer Desso e Agnolo de la casa di Tancredi, che teneano la terra a modo di tiranni, soppressando disordinatamente il popolo e chiunque avea podere ne la terra; per la qual cosa il popolo di Colle, dispiaccendo loro sì fatta tirannia e signoria, con ordine di tradimento, coll'aiuto di quegli da Montegabri e da·pPicchiena, de' detti signori loro cugini e parenti, in su la piazza di Colle, usciti coloro da mangiare, uccisono il detto capitano arciprete e Agnolo suo fratello; e messer Desso si difese gran pezza francamente, ma alla fine per lo soperchio de' nimici fu fedito, poi preso per tradimento d'Agnolino Granelli de' Tolomei, e poi in pregione lo strangolaro; e uno fanciullo di quello Agnolo d'età di X anni presono, e per paura il tennono pregione, e tengono ancora, acciò che nullo di quella progenia scampasse, con tutto ch'un altro suo fratello era a Firenze.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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