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      CLXXVIII
     
     
      Come si divise e partì la casa de' Malatesti da Rimine.
     
      Nel detto anno, del mese di maggio, essendo la casa de' Malatesti da Rimine in Romagna nel maggiore stato e colmo che fossono stati mai, e di loro fatti poco tempo dinanzi VI cavalieri con grande onore, e trionfavano non solamente la città da Rimine ma quasi tutta la Romagna; ma per la cupidigia della tirannica signoria messer Malatesta il giovane figliuolo di messer Pandolfo a tradimento cacciò di Rimine tutti i suoi consorti, e loro perseguendo con arme per uccidergli, e alquanti ne prese, e morirono poi in pregione, opponendo loro che volevano cacciare lui; per la qual cosa fu guasta la detta casa, e commossesene quasi tutta la Romagna. E pare una maladizione in quello paese, e ancora pessima usanza di Romagnuoli, che volentieri sono traditori tra·lloro. E nota che pare ch'avegna nelle signorie e istato delle dignità mondane che come sono in maggiore colmo hanno di presente la loro discesa e rovina, e non sanza providenza del divino giudicio per pulire le peccata, e perché niuno si confidi della fallace prospera ventura.
     
      CLXXIX
     
     
      Come la città di Firenze fu lungamente interdetta.
     
      Nel detto anno, a dì X di maggio MCCCXXXI, il legato di Toscana mise lo 'nterdetto a la città di Firenze per cagione ch'egli avea impetrata dal papa a sua mensa la pieve di Santa Maria in Pineta che vacava, al modo ch'avea fatta la Badia di Firenze, de la quale pieve erano padroni la casa de' Bondelmonti, e a·lloro stanza, e perché pareva a' cittadini che 'l detto legato volesse occupare tutti i buoni benifici di Firenze, e ancora quello benificio preso a inganno contro a' Bondelmonti, per la qual cosa non gli lasciarono avere la rendita né' frutti di quella pieve; e innanzi ne sostennono lo 'nterdetto XVIIII mesi, con grande sconcio e fatica de' cittadini in ogni atto spirituale, tanto che i detti Bondelmonti s'accordarono col legato, per la qual cosa i detti Bondelmonti molto furono obbrigati al popolo di Firenze.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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