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      CLXXXVI
     
     
      Come i Sanesi osteggiarono e sconfissono i conti da Santa Fiore, e' Pisani ebbono Massa.
     
      Nella detta state i Sanesi feciono oste sopra i conti da Santa Fiore, e gli Orbitani sopra quegli da Baschia in Maremma, e feciono loro grande danno. Ed essendo i detti Sanesi all'assedio d'Arcidosso, i conti da Santa Fiore con CC cavalieri tedeschi avuti da Lucca, e con tutto loro isforzo, vennono per soccorrere il detto castello, e furono sconfitti da' Sanesi; e poi ebbono il detto castello i Sanesi. E in questo stante dell'oste de' Sanesi i Massetani si rubellarono dalla loro signoria, e cacciarono di Massa la podestà di Siena, e la casa de' Ghiozzi e loro seguaci e parte, e dieronsi a' Pisani.
     
      CLXXXVII
     
     
      Come i Catalani co·lloro armata vennono sopra Genova, per la qual cosa i Genovesi co' loro usciti feciono pace.
     
      Nel detto anno, a l'entrante d'agosto, i Catalani con armata di XLII galee e XXX legni armati vennono nella riviera di Genova e di Saona, e arsonvi più castegli e ville e manieri, e feciono danno grande; né però i Genovesi né que' di Saona non s'ardirono di contastargli, per cagione ch'erano male in ordine e peggio in accordo i Guelfi d'entro e' Ghibellini di fuori, ch'erano in Saona. E fatto per gli Catalani la detta vergogna e dammaggio a' Genovesi e a' loro usciti, se n'andarono sani e salvi in Sardigna. Per la detta venuta de' Catalani i Genovesi d'entro e que' di fuori parendo loro avere di ciò grande vergogna, cercarono di fare pace tra·lloro; e l'una parte e l'altra mandarono grande e ricca ambasceria a Napoli al re Ruberto, commettendogli le loro questioni, e pregandolo gli pacificasse insieme: il quale re Ruberto diede fine a la detta pace a dì VIII di settembre MCCCXXXI, con patti che gli usciti tornerebbono tutti in Genova, e rendebbono tutte le fortezze di Saona e della riviera che teneano al Comune; e feciono loro signore il detto re Ruberto di concordia di tutti que' d'entro e que' di fuori, oltre al termine ch'egli l'avea in signoria da' Guelfi d'entro per III anni, e dandogli alle spese del Comune CCC cavalieri e Vc sergenti a la guardia della terra e del suo vicario, e 'l Castello di Peraldo sopra Genova, e promisono d'essere contro al Bavero, e contro al re Giovanni, e contro a ogn'altro signore che passasse in Italia contra il volere del papa e della Chiesa e del re Ruberto, rimanendo liberi Ori e Spinoli della guerra del re Ruberto a don Federigo che tenea Cicilia, d'aoperarne a·lloro volontà d'atare l'una parte e l'altra, come a·lloro piacesse; però ch'uno d'Oria era amiraglio di quello di Cicilia, e uno Spinola del re Ruberto.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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