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      E per soccorrere il castello di Pavia e ricoverare la terra si partì di Parma a dì X di marzo con MD cavalieri, e fece la punga a Pavia per lo modo che dicemmo adietro nel capitolo della perdita ch'egli fece della città di Pavia. E non potendo fornire suo intendimento cavalcò in sul contado di Milano, e poi in su quello di Bergamo, faccendo grande dammaggio; ma però il capitano di Milano non si volle partire da oste dal castello di Pavia, né afrontarsi a battaglia col re Giovanni, il quale non potendo avere battaglia si tornò a Parma a dì XXVII di marzo.
     
      CCXIII
     
     
      Come il legato mandò a' Fiorentini che·ssi partissono dalla lega de' Lombardi.
     
      Nel detto anno, dì primo di febbraio, vennono in Firenze ambasciadori del legato, pregando il nostro Comune che si dovessono partire dalla lega de' signori di Lombardia, dicendo ch'erano tiranni e suoi nimici e di santa Chiesa, e allegando molte autorità e ragioni, che la nostra città co·lloro non era né convenevole né bella compagnia, e ch'egli erano stati co' nostri nimici a sconfiggerne. Fu loro risposto che ciò non poteva essere che la lega rimanesse, però ch'ell'era fatta con asentimento di papa Giovanni e del re Ruberto, e contro al Bavero e contro al re Giovanni nostri nimici e di santa Chiesa; e che il legato non facea bene a tenere lega o conversazione col re Giovanni. E per la detta richesta del legato maggiormente si confermò la detta lega per l'avenimento del re Giovanni, con tanta forza di cavalleria quanta menava d'oltramonti, avendo di lui e del legato grande sospetto; e videsi per opera, come per gli seguenti capitoli seguirà. E di certo, se·lla detta lega non fosse fatta e mantenuta, la nostra città portava grande pericolo, però che il legato col re Giovanni aveano ordinato di cominciar guerra da più parti per sottomettere a·lloro la nostra repubblica, ch'a certo la maggiore volontà che·legato avesse era che' Fiorentini gli si dessono come i Bolognesi, e ciò ch'egli adoperava col re Giovanni era a questo fine: e ciò si trovò veramente per lettere trovate, e per gli loro osordi e trattati; e però non fu follia se' Fiorentini s'allegarono col minore nimico per contastare al maggiore e più possente.


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Nuova cronica
Tomo Secondo
di Giovanni Villani
pagine 616

   





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