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      legato e tornati a la lega de' Fiorentini e Lombardi, come è detto adietro, deliberaro che innanzi si lasciasse Lucca, che si fosse contro a' Bolognesi; e però mandaro che i detti ambasciadori, protestato e richesto di loro ragioni il Mastino, e' si partissono; e così feciono, i quali tornaro in Firenze a dì XXIII di febraio del detto anno. E inanzi che fossero giunti in Firenze, o apena partiti da Verona, partorì il Mastino la sua prava intenzione; ciò fu, che a dì XIIII di febraio del detto anno le sue masnade ch'erano in Lucca, sanza richesta o isfidamento alcuno, corsono Valdinievole e 'l Valdarno di sotto, che teneano i Fiorentini, e levando grandi prede. E in quelli giorni simigliantemente le sue masnade ch'erano in Modana corsono in sul contado di Bologna.
     
      XLV
     
     
      De l'ordine che presono i Fiorentini al riparo del Mastino.
     
      I Fiorentini, tornati i loro ambasciadori da Verona, e avedendosi com'erano stati gabbati e traditi villanamente dal Mastino, tutti di concordia ordinato VI de' maggiori cittadini, uno per sesto, due de' grandi e quattro popolani sopra la guerra col Mastino, e XIIII popolani a trovare moneta con grandissima balìa, ciascuno officio per termine d'uno anno; il quale ordine fue allora lo scampo di Firenze per l'eseguizioni che fecero i·lloro riparo e in guerreggiare i tiranni della Scala, sì come inanzi leggendo potrete trovare. Che il Mastino avea minacciato che innanzi il mezzo maggio prossimo verrebbe a vedere le porte di Firenze con IIIIm armadure a cavallo, per abattere l'orgoglio de' Fiorentini; ed erali possibile, ch'elli era segnore di Verona, di Padova, di Vicenza, di Trevigi, di Brescia, di Feltro, di Civita Belluna, di Parma, di Modona, e di Lucca; e aveano di rendita l'anno di gabelle de le dette X cittadi e di loro castella più di VIIc migliaia di fiorini d'oro, che non ha re de' Cristiani che·lli abbia se none il re di Francia, sanza l'altro loro séguito e amistà de' Ghibellini, che mai non fuoro tiranni in Italia di tanta potenzia; onde a' Fiorentini parea avere forte partito a le mani, ma come franchi e vertudiosi, quasi neuno discordante, recandosi ciascuno in sé la 'ngiuria del tradimento del Mastino, sì diliberaro di seguire magnificamente la 'mpresa.


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Nuova cronica
Tomo Terzo
di Giovanni Villani
pagine 442

   





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